Umile Indirizzo e Petizione di migliaia, che lavorano nella manifattura tessile.
Posto che le macchine cardatrici hanno fatto perdere il posto a migliaia dei sottoscrittori di questa petizione, ragione per cui si trovano in gravi difficoltà e non sono in grado di mantenere le loro famiglie, e li hanno privati dell’opportunità di addestrare al lavoro i loro figli: dobbiamo pertanto domandare che il pregiudizio e l’interesse egoistico siano posti da parte, e che prestiate attenzione ai seguenti fatti, come la natura del caso richiede.
Il numero delle macchine cardatrici che si estende per oltre diciassette miglia a sud-ovest di Leeds supera ogni immaginazione, essendo non meno di centosettanta! E poiché ogni macchina in dodici ore fa tanto lavoro quanto ne possono svolgere nello stesso tempo dieci uomini lavorando a mano, […] e poiché le macchine lavorano notte e giorno, una macchina farà tanto lavoro in un giorno quanto ne farebbero venti uomini che lavorano a mano.
Poiché non vogliamo asserire niente che non si possa provare come vero, concediamo che quattro uomini possano essere impiegati a una di queste macchine per dodici ore; poiché le macchine lavorano notte e giorno, ci vorranno otto operai in ventiquattro ore; cosicché anche una valutazione moderata mostra che per ogni nuova macchina introdotta, dodici uomini si ritroveranno senza lavoro; e poiché si può supporre che il numero delle macchine in tutti gli altri quartieri messi insieme eguaglia quasi quelle dell’area sud-ovest, ne consegue che ben 4000 uomini sono costretti a sbarcare il lunario come meglio possono, e devono ovviamente ricorrere all’aiuto della parrocchia, se non si interviene in tempo. Se poi si considera che ogni famiglia i cui membri sono disoccupati aveva anche un ragazzo che faceva l’apprendista, ne consegue che sono 8000 gli individui ai quali si nega la possibilità di guadagnare di che vivere.
Noi, dunque, speriamo che i sentimenti di umanità condurranno coloro che hanno la possibilità di prevenire l’uso di tali macchine a scoraggiare in ogni modo ciò che ha effetti così dannosi sui loro simili. [...]
Come devono fare i disoccupati a provvedere alle loro famiglie? E come devono fare a far fare l’apprendistato ai loro figli, così che possano trovarsi un lavoro, e non fare una vita da vagabondi strascinandosi nella disoccupazione? Qualcuno dice: ricominciate, e imparate qualche altro lavoro. Supponiamo di farlo: chi manterrà le nostre famiglie, mentre intraprendiamo questo arduo compito? E quando abbiamo imparato un nuovo lavoro, come possiamo sapere se avremo risolto così i nostri problemi? Perché, nel tempo in cui svolgiamo il nostro secondo apprendistato, un’altra macchina può venire fuori a ricacciarci nella disoccupazione; cosicché le nostre famiglie, che languono mentre impariamo come procacciare il pane per loro, sarebbero del tutto distrutte durante il periodo del nostro terzo apprendistato.
Che ne sarà dei nostri bambini? Dovranno abituarsi alla disoccupazione? Di fatto, per come stanno le cose, non ci si deve meravigliare che ci siano così tante esecuzioni; da parte nostra, sebbene si possa pensare che siamo degli illetterati, la nostra idea è che educare i bambini al lavoro e tenerveli occupati è il modo per impedir loro di cadere in quei crimini che un’abitudine all’ozio naturalmente incoraggia.
- PETIZIONE AI MERCANTI E AI MANIFATTURIERI (1786) Scarica
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