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“Questa non è arte, ma scherzo di cattivo gusto” – Il Dripping di Jackson Pollock - Libertà

Il pezzo suggerito è uno studio, un’analisi, una riflessione sulla vita e la tecnica artistica del pittore americano Jackson Pollock. Si suggerisce un’osservazione sulla declinazione del concetto di libertà in senso artistico espressivo, ma si propone anche un focus sull’invenzione di una nuova tecnica pittorica il dripping.

Number 27. Olio smalto e pittura d’alluminio su tela,
124 cm X 269,4 Whitney Museum of American Art, 1950

“Questa non è arte, ma scherzo di cattivo gusto” scriveva nel 1959 un critico del Reynolds News a proposito di una mostra di Pollock a New York.

Quei grandi quadri spruzzati di vernice a macchie e schizzi e gocce erano una provocazione, un oltraggio alla pittura obbediente ai canoni, sia quelli della pittura figurativa che astratta.

Fu il grande critico Harold Rosemberg a rimanerne colpito, per lo stile assolutamente nuovo, per il linguaggio visivo fatto di segni carichi d’energia e coniò per l’artista il termine action painting.

L’action painting è uno stile di pittura nella quale il colore viene fatto gocciolare spontaneamente o lanciato sulle tele, invece che applicato con attenzione.

La pittura di azione di Pollock nasceva da una sperimentazione rigorosissima e inconfondibile di segni immediati e caotici che sapeva trasferire sulla tela seguendo un ordine armonico rispondente al sentimento e alla volontà. È vero, tutta l’arte nasce da questo caotico flusso di idee e sentimenti, spetta all’artista riorganizzarlo in una visione, carica d’espressione attraverso il segno e il colore che assume una qualità alchemica all’interno dell’opera.

Mistero chimico quello dell’artista americano che assumeva un fascino particolarissimo dopo il dripping o sgocciolamento della vernice sulla tela posta a terra, mai casuale, oltre l’apparenza, ma diretto sapientemente dall’artista che si spostava nell’azione pittorica su ogni lato della tela, sgocciolando, schizzando dall’alto in una specie di danza propiziatoria incessante fino al termine del lavoro. Il quadro proposto è Number 27 in cui le intricate matasse di vernice registrano i movimenti di Jackson Pollock mentre gocciolava, versava e gettava la pittura su una grande tela poggiata sul pavimento. C’è una straordinaria varietà di segni nel dipinto. I segni gestuali di Pollock dissolvono tutti gli elementi discreti e figurativi in una composizione all-over che copre uniformemente l’intera superficie della tela. Discutendo la sua tecnica senza precedenti, Pollock ha osservato: “Sul pavimento sono più a mio agio. Mi sento più vicino, più parte del dipinto, poiché in questo modo posso girarci intorno, lavorare dai quattro lati ed essere letteralmente nel dipinto”. La sua enfasi sulla spontaneità e l’idea che un’opera si sia rivelata all’artista nel processo della sua creazione, ha contribuito a elevare l’atto della pittura a un livello di importanza pari a quello del quadro finito. Questo cambiamento, decisivo nella storia dell’arte, influenzerà profondamente decine di artisti successivi.

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