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MARTIN LUTERO – De servo arbitrio (1525) - Libertà

Quest’opera è la risposta di Martin Lutero a “De libero arbitrio” di Erasmo da Rotterdam. Il testo racchiude tre tesi distinte che riguardano: la Scrittura; il potere umano; la predestinazione.

Il servo arbitrio è quel concetto filosofico e teologico secondo cui l’essere umano non è libero nello scegliere di compiere ciò che è bene di fronte a Dio e quindi di essergli gradito e così guadagnarsi la salvezza, perché la sua volontà è asservita al peccato e non può fare altro che ciò che Dio considera un male.

Il concetto di servo arbitrio non implica che l’essere umano non sia libero di operare delle scelte nelle questioni della vita ordinaria, benché pure esse siano condizionate da tanti fattori.
Secondo la dottrina di Lutero, l’essere umano non può liberamente scegliere tra bene e male. Solo un sovrano e diretto intervento di Dio lo Spirito Santo lo può liberare.

[…] Cominceremo dalla definizione del libero arbitrio. Questa definizione, tu la formuli così : “Intendiamo per libero arbitrio un potere della volontà umana in virtù del quale l’uomo può sia applicarsi a tutto ciò che lo conduce all’eterna salvezza, sia, al contrario, allontanarsene”. Ti sei saggiamente limitato a porre questa definizione, senza spiegarne alcun termine (come altri hanno l’abitudine di fare); infatti devi aver avuto timore di far naufragio più d’una volta...

Potrai forse a buon diritto accordare all’uomo una volontà: ma attribuirgli una volontà libera nelle cose divine è troppo. Infatti, per mezzo di questa espressione “volontà libera” o “libero arbitrio”, ciascuno intende una volontà che può fare e che fa, nei confronti di Dio, tutto ciò che le piace; una volontà che non sarebbe ostacolata da alcuna legge, né da alcuna forza superiore...
Sarebbe meglio parlare d’un “arbitrio variabile” o di un “arbitrio vacillante”, così come fanno Agostino e, seguendo lui, i sofisti, i quali riducono ed attenuano ciò che quella parola “libero” ha di troppo forte e glorioso e pertanto parlano di variabilità del libero arbitrio...

Ma, onde non ci si accusi di compiacerci di battaglie verbali, chiuderemo momentaneamente gli occhi sull’abuso dell’espressione “libero arbitrio“ (ancorché questo abuso sia grande e pericoloso) e concederemo ad Erasmo che il libero arbitrio sia la forza della volontà umana...

Tu parli chiaramente quando dici: “Il libero arbitrio è una forza della volontà umana”. Ma tu somigli ad un gladiatore il cui elmo gli nasconde la vista quando parli di “applicarsi alle cose che conducono o di applicarsi alle cose che se ne allontanano”. Cosa dobbiamo noi intendere per “applicarsi” o per “allontanarsi”? Quali sono le cose che ci conducono alla salvezza? Dove ci condurrà dunque tutto ciò? Ho a che fare - e ben lo vedo! - ad un Scoto o ad un Eraclìto di modo che devo compiere una doppia e penosa fatica. Innanzi tutto devo cercare il mio avversario nell’oscura fossa dove si nasconde, barcollando nelle tenebre per cercare di individuarlo onde poterlo - dopo averlo trovato - affrontare validamente e non come se avessi a combattere contro fantasmi. In secondo luogo devo - dopo aver condotto il mio avversario alla luce del sole – combattere con lui ad armi uguali...

Le cose “che conducono all’eterna salvezza” devono essere - io penso - le parole e le opere di Dio che sono offerte alla volontà umana, onde questa possa volgersi ad esse o da esse allontanarsi. Ma ciò che io chiamo le parole di Dio sono la Legge e l’Evangelo... Ma questa via, questa eterna salvezza è una cosa incomprensibile per l’umana intelligenza così come dice Paolo, seguendo Isaia, nella 1 Corinzi 2:9 : sono cose che Dio ha preparato per coloro che lo amano”.. Infatti fra gli articoli supremi della nostra fede si trova il seguente: “...e la vita eterna”. Per quel che concerne il potere del libero arbitrio riguardo a questo articolo, ecco ciò che ne dice Paolo nella 1 Corinzi 2:10: “Dio ci ha rivelato queste cose per mezzo dello Spirito. Ciò significa che se lo Spirito non ce le avesse rivelate, nessun uomo ne avrebbe saputo alcunché, - a più forte ragione nessun uomo avrebbe mai saputo cercarle e desiderarle. Guarda cosa ci dice l’esperienza: considera ciò che gli spiriti più eminenti fra i pagani hanno pensato della vita futura e della resurrezione. Non ti accorgi dunque che più la loro intelligenza era grande, e più la resurrezione e la vita eterna sono parse loro cose ridicole? […]

  • Parole a cui è associato questo materiale: Libertà
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