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Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana - Scelta

Si riportano di seguito le lettere che il partigiano Walter Fillak, di anni 24, scrisse ai familiari dopo essere stato catturato dai tedeschi e condannato a morte. Le parole del giovane affermano con convinzione che la scelta compiuta, di combattere a fianco dei partigiani, sia stata, nonostante l’approssimarsi della morte, quella più giusta.

Walter Fillak (Gennaio, Martin)

04.02.1945

Mio caro papà,

 per disgraziate circostanze sono caduto prigioniero dei tedeschi.

Quasi sicuramente sarò fucilato.

Sono tranquillo e sereno perché pienamente consapevole d’aver fatto tutto il mio dovere d’italiano e di comunista.

Ho amato sopra tutto i miei ideali, pienamente cosciente che avrei dovuto tutto dare, anche la vita; e questa mia decisa volontà fa sì che io affronti la morte con la calma dei forti.

Non so che altro dire.

Il mio ultimo abbraccio

Il mio ultimo saluto a tutti quelli che mi vollero bene.

 Walter

 

Mia cara mamma,

è la mia ultima lettera. Molto presto sarò fucilato. Ho combattuto per la liberazione del mio Paese e per affermare il diritto dei comunisti alla riconoscenza e al rispetto di tutti gli Italiani. Muoio tranquillo perché non temo la morte.

Il mio abbraccio a te e Liliana, saluta la mia fidanzata Ines. Addio.

Walter

 

Mia carissima Ines,

sono caduto prigioniero e sarò fucilato.

Non mi pento di quanto ho fatto per la Causa: e non cambierei la mia vita anche se mi fosse possibile tornare indietro.

Spero che la brevità della nostra conoscenza diminuirà il tuo dolore e ti auguro di aver presto, molto presto dalla vita quella felicità che avrei voluto darti io.

Il mio ultimo bacio

Walter

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