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HANNAH ARENDT - La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme - Testimonianza

Le prove documentarie unite alle testimonianze dirette e indirette raccolte nel corso delle 120 sedute del processo Eichmann a Gerusalemme, e precedentemente durante i processi a Norimberga, hanno permesso di accertare le responsabilità nella commissione dei crimini di guerra, nonché di promuovere una analisi storica e una riflessione politologica approfondite dello sterminio nazista.

Prove e testimonianza

Nelle ultime settimane di guerra la burocrazia delle SS si occupò soprattutto di fabbricare carte d’identità false e di distruggere le montagne di documenti che attestavano sei anni di sistematico sterminio. L’ufficio di Eichmann bruciò i suoi archivi, ma naturalmente la cosa non servì a molto, poiché non poté distruggere la corrispondenza spedita ad altri organismi dello Stato e del partito, i cui archivi caddero nelle mani degli Alleati. Così, i documenti rimasti furono più che sufficienti per ricostruire la storia della soluzione finale, e molti furono portati a conoscenza del pubblico processo di Norimberga e in processi contro altri criminali di guerra. Al processo Eichmann, le vicende della soluzione finale furono confermate da dichiarazioni giurate e non giurate, rilasciate di solito da persone che già avevano seduto al banco dei testimoni o a quello degli imputati in precedenti processi, e spesso da persone che ora non erano più in vita. Tutti questi documenti, assieme ad alcune testimonianze indirette, furono accolti come prove in base al paragrafo 15 della legge israeliana contro i nazisti e collaborazionisti, ove si dice che la Corte “può derogare dalle norme dell’evidenza” purché “metta agli atti i motivi che hanno consigliato” tale deroga. Le prove documentarie furono integrate dalle deposizioni rese all’estero – in tribunali tedeschi, austriaci e italiani – da sedici testimoni che non poterono andare a Gerusalemme perché il Procuratore generale aveva minacciato di “tradurli in giudizio per crimini contro il popolo ebraico”.

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