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ENZO BIANCHI - Dono. Senza reciprocità - Dono

Enzo Bianchi, dopo averci presentato vari tipi di dono, definisce come deve essere il dono per poter esser definito tale.

Da una lettura sommaria e superficiale si può concludere che oggi non c’e più posto per il dono ma solo per il mercato, lo scambio utilitaristico, addirittura possiamo dire che il dono e solo un modo per simulare gratuita e disinteresse la dove regna invece la legge del tornaconto. In un’epoca di abbondanza e di opulenza si può addirittura praticare l’atto del dono per comprare l’altro, per neutralizzarlo e togliergli la sua piena liberta. Si può perfino usare il dono - pensate agli «aiuti umanitari» - per nascondere il male operante in una realtà che e la guerra. [...] Ma c’e pure una forte banalizzazione del dono che viene depotenziato e stravolto anche se lo si chiama «carità»: oggi si «dona» con un sms una briciola a quelli che i mass media ci indicano come soggetti - lontani! - per i quali vale la pena provare emozioni... Dei rischi e delle possibili perversioni del dono noi siamo avvertiti: il dono può essere rifiutato con atteggiamenti di violenza o nell’indifferenza distratta; il dono può essere ricevuto senza destare gratitudine; il dono può essere sperperato: donare, infatti, e azione che richiede di assumere un rischio. Ma il dono puo anche essere pervertito, può diventare uno strumento di pressione che incide sul destinatario, può trasformarsi in strumento di controllo, pUò incatenare la liberta dell’altro invece di suscitarla. I cristiani sanno come nella storia perfino il dono di Dio, la grazia, abbia potuto e possa essere presentato come una cattura dell’uomo, un’azione di un Dio perverso, crudele, che incute paura e infonde sensi di colpa. Situazione dunque disperata, la nostra oggi? No! Donare e un’arte che e sempre stata difficile: l’essere umano ne e capace perché e capace di rapporto con l’altro, ma resta vero che questo «donare se stessi» - perché di questo si tratta, non solo di dare ciò che si ha, ciò che si possiede, ma di dare ciò che si e - richiede una convinzione profonda nei confronti dell’altro. Donare significa per definizione consegnare un bene nelle mani di un altro senza ricevere in cambio alcunché. Bastano queste poche parole per distinguere il «donare» dal «dare», perché nel dare c’e la vendita, lo scambio, il prestito. Nel donare c’e un soggetto, il donatore, che nella liberta, non costretto, e per generosità, per amore, fa un dono all’altro, indipendentemente dalla risposta di questo. Potrà darsi che il destinatario risponda al donatore e si inneschi un rapporto reciproco, ma può anche darsi che il dono non sia accolto o non susciti alcuna reazione di gratitudine. Donare appare dunque un movimento asimmetrico che nasce da spontaneità e liberta.

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