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BYUNG-CHUL HAN – La società senza dolore - Dolore

Il dolore è un’esperienza necessaria alla formazione umana, è ciò che dà forma e significato alla nostra vita.

In The Hedonistic Imperative, il transumanista David Pearce annuncia un futuro privo di dolore: «Grossomodo nel giro dei prossimi mille anni, il substrato biologico della sofferenza verrà del tutto sradicato. Sia il dolore “fisico”, sia quello “mentale” sono destinati a sciogliersi nella storia evolutiva». Si dovranno superare anche le pene d’amore, le «crudeltà demoralizzanti tipiche dei modi tradizionali dell’amore». Lo scopo del transumanesimo è una «felicità sublime e onnipervasiva». Il transumanesimo si lascia alle spalle anche l’ultimo uomo in quanto egli è, direbbe Pearce, ancora troppo umano. La noia lo tormenta a livelli estremi. Il transumanista è dell’avviso che anche la noia possa essere sconfitta con mezzi biotecnici: «A prescindere dall’attuale carenza d’immaginazione umana, nel giro di poche generazioni l’esperienza della noia sarà neurofisiologicamente impossibile. “Contro la noia gli stessi dèi lottano invano” diceva Nietzsche; eppure non riuscì ad anticipare la biotecnologia».

La vita priva di dolore e munita di costante felicità non sarà più una vita umana. La vita che perseguita e scaccia la propria negatività elimina sé stessa. La morte e il dolore sono fatti l’uno per l’altra. Nel dolore, la morte viene anticipata. Chi vuole sconfiggere ogni dolore dovrà anche abolire la morte. Ma una vita senza morte né dolore non è umana, bensì non morta. L’essere umano si fa fuori per sopravvivere. Potrà forse raggiungere l’immortalità, ma al prezzo della vita.

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