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WILLIAM PALEY - Teologia naturale - Imperfezione

William Paley è un teologo e filosofo inglese vissuto nella seconda metà del VIII secolo. Il testo proposto è tratto da Natural theology, or evidences of the existence and attributes of the Deity collected from the appearances of nature, opera nella quale Paley fornisce una chiara esposizione dell’argomento del disegno intelligente a favore dell’esistenza di Dio (design argument). L’argomento può essere incluso nella categoria delle prove teleologiche. Il ragionamento del filosofo è costruito per analogia: così come nell’osservare un orologio siamo indotti a ritenere, in virtù della sua forma e delle relazioni complesse tra le sue parti, che esista un orologiaio che l’ha progettato, allo stesso modo dovremmo concludere l’esistenza di un Dio intelligente a partire dalla constatazione della perfezione delle strutture naturali. Quando volgiamo lo sguardo alla natura, infatti, non possiamo che prender atto – sostiene Paley – della sua straordinaria armonia e complessità, segni della volontà progettuale di Dio.

“Nell’attraversare una brughiera, supponi io sbattessi il piede contro una pietra, e mi venisse chiesto come essa fosse venuta a essere proprio lì’; potrei con tutta probabilità rispondere che, fino a prova contraria, fosse lì da sempre: né sarebbe forse molto facile dimostrare l’assurdità di questa risposta. Ma supponi anche che trovassi per terra un orologio, e mi venisse riposta la stessa domanda; dovrei praticamente riprendere in considerazione la risposta appena fornita per la pietra, allo stesso modo, fino a prova contraria, l’orologio avrebbe potuto essere lì anche da sempre. (...) Dev’essere esistito, in qualche tempo, e in questo o quel posto, un artefice, o più, a mettere assieme i pezzi dell’orologio comunque, a fabbricarlo, per lo scopo al quale effettivamente vogliamo risponda; egli, o essi, hanno compreso la sua costruzione, e progettato il suo uso. (...) Ogni indicazione di ingegnosità, ogni manifestazione di design che esistessero nell’orologio, esistono nelle opere della natura; con la differenza, da parte della natura, di essere più grandi e migliori ancora, e in numero incalcolabile.”

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