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ROBERTO MUSSAPI - Le metamorfosi (versione originale: Ovidio, metamorfosi) - Specchio

Il brano dello scrittore Roberto Mussapi racconta con il linguaggio di oggi il mito di Narciso narrato da Ovidio.

“Quanti baci appassionati e vani all’acqua ingannatrice, lui [=Narciso] che mai aveva concesso a nessun innamorato un solo bacio, quante volte gettò nell’acqua le braccia per accarezzare il collo che vedeva, ma queste si stringevano non afferrando che l’acqua inafferrabile. Non sapeva che cosa fosse ciò che vedeva, ma ciò che vedeva lo infiammava, e proprio l’errore che gli ingannava gli occhi lo riempiva di cupidigia. Ingenuo, che cerchi di afferrare un’immagine fugace! Quello che brami non esiste, quello che ami, se ti volti, lo fai svanire. Quella che scorgi è l’ombra, il riflesso della tua figura. Non ha nulla di proprio questa immagine, con te è venuta e con te rimane: con te se ne andrebbe, se tu riuscissi ad andartene! [...] Qui, all’improvviso, il ragazzo ebbe una rivelazione. Inesperto di ogni cosa del mondo che non fosse stanare e inseguire cervi, da sempre indifferente all’amore, ingenuo come un bambino, alla fine comprese. «Ma questo sono io! Brucio d’amore per me stesso, suscito e subisco la fiamma! Che devo fare? Farmi chiedere o chiedere io? Ma poi, chiedere che? Tutto ciò che bramo ho in me: ricchezza equivalente a povertà. Potessi staccarmi dal mio corpo! Come vorrei che la cosa amata fosse più distante. E ormai questa sofferenza mi spossa, non ho più forze, muoio nella prima giovinezza. E la morte non mi è gravosa, perché con la morte finirà questa pena, ma vorrei che l’altro, l’altro vivesse di più. Invece, moriremo insieme, un’anima sola».”

[Se nella classe ci sono i prerequisiti, presentare direttamente il testo di Ovidio in Latino]

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