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REMO BODEI - Limite - Limite

Esistono limiti invalicabili nella vita degli esseri umani? I limiti sono ostacoli sempre negativi? Quali sono i limiti dell’esistenza, del sapere o del pensiero? Remo Bodei, filosofo e accademico italiano recentemente scomparso, affronta tali questioni richiamando la riflessione di grandi pensatori e studiosi protagonisti della storia del pensiero e della scienza.

Per millenni la definizione canonica di limite, data sempre da Aristotele sulla base della comune esperienza, è stata questa:

Si dice limite l’estremo di una cosa, cioè il primo termine al di là del quale non è possibile cogliere nulla che appartenga a quella cosa, e il primo termine entro il quale sta tutto ciò che appartiene alla cosa in questione (Aristotele, Metafisica, V, 17, 1022 a).

Il punto è che, per comprendere davvero il limite, bisognerebbe conoscerlo da entrambe le parti: “per tracciare un limite al pensiero, noi dovremmo poter pensare ambo i lati di questo limite (dovremmo, dunque poter pensare quel che pensare non si può)”.

Nella storia del pensiero filosofico e scientifico a questa difficoltà vengono, in generale, date sostanzialmente quattro risposte: 1) quel che c’è oltre il limite è impensabile, un “non senso” (Wittgenstein); 2) non esiste alcun limite, non esiste il vuoto e il cosmo è finito e chiuso (Aristotele); 3) l’universo è infinito e ogni limite è incessantemente superabile (Archita, Eudemo, Epicuro, Lucrezio, Bruno); 4) esiste in matematica una specie di infinito, di illimitato, che in qualche modo si avvicina all’infinito in atto, senza però coincidervi (Cantor). Tutte queste ipotesi e soluzioni sollevano domande ineludibili, intrinseche al concetto di limite, che, in effetti, è il luogo stesso della contraddizione, essendo “i limiti confini che non possono essere attraversati eppure sono attraversati”.

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