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RAFFAELE LA CAPRIA - Il sentimento della letteratura - Orientamento

In questo passaggio La Capria critica alcune opere del Novecento, a suo parere troppo complesse e ricche di sovrastrutture da risultare poco fruibili al lettore comune. Infatti quest’ultimo, confrontandosi con simili letture, si troverebbe disorientato e non riuscirebbe a costruire un legame emotivo.

Ma c’è ancora qualcosa che vorrei aggiungere: tra quella mia prima lettura dell’Ulisse fatta nell’originale e questa recente rilettura in traduzione, molta acqua è passata sotto i ponti, sono passati più di cinquant’anni nei quali a poco a poco è nato in me un certo fastidio per tutto l’armamentario tecnico, linguistico, strategico e concettuale di alcuni libri monstre del Novecento, che per la loro complessità, per la loro mole e per la loro potenza logistica, «fanno pensare a una centrale elettrica, a una rete ferroviaria, a un aeroporto internazionale» (Berardinelli), diventano cioè organismi troppo complessi e complicati per il lettore comune che, anche se ben attrezzato culturalmente, non riesce facilmente ad orientarsi dentro di essi e a mantenere una continuità emotiva.

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