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PABLO NERUDA - Ode alla casa abbandonata - Casa

C'è nella realtà un lato oscuro e doloroso, il trascorrere del tempo che consuma e porta noi stessi e tutto ciò che ci è caro verso la morte e la dissoluzione. In questa poesia il sentimento della morte si trasferisce nella casa abbandonata che va in rovina. Neruda ha detto, in altre sue composizioni, che dall'angoscia gli esseri umani si difendono soltanto con l'amore, che dà loro entusiasmo e forza per vivere e per lavorare. Anche gli oggetti si possono difendere, amandoli: perciò non si dice addio, ma arrivederci, a questa casa in cui bisognerà tornare, se vogliamo salvarla.

Casa arrivederci!
Non posso
dirti
quando
torneremo
domani oppure no,
tardi o molto più tardi.
Un altro viaggio,
ma questa volta
voglio
dirti
quanto amiamo
il tuo cuore di pietra:
quanto
sei generosa
con il tuo fuoco
acceso,
là in cucina
e il tuo tetto
su cui cade
sgranata
la pioggia
come se scivolasse
la musica dal cielo!

Adesso chiudiamo
le tue finestre
e un'oppressiva
notte prematura
lasciamo insediata
nelle stanze.
Tutta buia
tu continui a vivere,
mentre
il tempo ti percorre
e l'umido guasta piano la tua anima.

Talvolta
un topo rosicchia,
s'alza dalle carte
un
fruscio
soffocato,
un insetto
smarrito
sbatte
cieco contro i muri,
e quando
piove nella solitudine
forse
una goccia
risuona
con voce umana
come se vi fosse
qualcuno che piange.

Solo l'ombra
conosce
i segreti
delle case sbarrate,
solo
il vento respinto
o sul tetto la luna che fiorisce.
E ora,
arrivederci, finestra,
porta, fuoco,
acqua che bolle, muro!
A presto, a presto
cucina
a quando
ritorneremo
e l'orologio
sopra la porta
un'altra volta ricomincerà a pulsare
con il suo vecchio
cuore e con le sue due
frecce inutili
conficcate
nel tempo.

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