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MASSIMO CACCIARI - La Città - Città II

Il termine città rimanda a forme di vita urbana anche molto diverse tra loro. Massimo Cacciari ci accompagna nella riflessione su tale realtà, partendo da una comparazione tra la polis greca e la civitas romana.

È bene cominciare da alcune precisazioni storico-terminologiche, perché parlare in generale di città non ha molto senso. Non esiste la Città, esistono diverse e distinte forme di vita urbana. Non a caso "città" si dice in diversi modi. Per esempio, in latino non c’è un corrispondente del greco pólis. La differenza tra le due lingue riguarda l'origine della città ed e una differenza essenziale. Quando un greco parla di pólis intende indicare anzitutto la sede, la dimora, il luogo in cui un determinato génos, una determinata stirpe, una gente (gens/génos), ha la propria radice. Nella lingua greca il termine pólis risuona immediatamente di un'idea forte di radicamento. La pólis e quel luogo dove una gente determinata, specifica per tradizioni, per costumi, ha sede, ha il proprio éthos. In greco éthos è un termine che mostra la stessa radice del latino sedes, e non ha nessun significato semplicemente morale, come invece il mos latino. I mores latini sono tradizioni, costumi; l'éthos greco, ben prima e ben più originariamente di ogni costume e di ogni tradizione, e la sede, il luogo dove la mia gente ha la sua tradizionale dimora. E la pólis e proprio il luogo dell'éthos, il luogo che da sede ad una gente. Questa determinatezza ontologica e genealogica del termine pólis non è presente nel latino civitas. La differenza è radicale, perché nel latino civitas, se si riflette bene, si manifesta la provenienza della città dal civis. I cives formano un insieme di persone che si sono raccolte per dar vita alla città. Benveniste, il grande linguista indoeuropeo, ha messo ciò bene in evidenza ancora malta tempo fa.

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Nella civiltà greca la città è fondamentalmente l'unita di persone dello stesso genere, e quindi si può capire come pólis, idea che rimanda a un tutto organico, preceda l'idea di cittadino. A Roma invece fin dalle origini - e questa dice lo stesso mito fondativo romano - la città e il confluire insieme, il convenire di persone diversissime per religione, per etnie, ecc., che concordano soltanto in forza della legge. È il grande mito della Concordia romana che domina Livio ed e a fondamento dell'intera storiografia romana. Se leggiamo, infatti, il primo libro della storia di Roma Ab urbe condita, questa concezione appare chiarissima, e dopo diventerà un tema fondamentale di tutta la politologia e filosofia politica europea. II primo dio a cui viene eretto un tempio a Roma e il dio Asylum. Roma si fonda attraverso l'opera concorde di persone che erano addirittura state bandite dalle loro città, che erano dunque esuli, raminghi, profughi, banditi, e che confluiscono in un medesimo luogo, fondando Roma.

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