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MARCO T. CICERONE - Filippica Secunda - Amnistia

L’amnistia non può essere usata per interessi personali, né familiari: questa la critica mossa da Cicerone in questo passo.

L'autorità di questa nostra assemblea è stata abbattuta: è stato Antonio ad abbatterla. In conclusione, tutte le sciagure che abbiamo viste in seguito – ma quale sciagura non abbiamo vista – un esatto ragionamento ce le farà porre in conto soltanto ad Antonio. Come Elena per i Troiani, cosi costui è stato per il nostro paese la causa della guerra, la causa della distruzione e della rovina. Per quanto riguarda il resto del suo tribunato, esso fu conforme al principio: compi tutto ciò che il senato aveva fatto in modo, quando lo stato era ancora sano e salvo, che non potesse verificarsi. Eccovi tuttavia quale scelleratezza commise nel suo scellerato comportamento. [Z3, 56] Faceva annullare la condanna a molti sventurati: nessun accenno, tra essi, a suo zio l. Se mirava a essere severo, perché non esserlo verso tutti? Se clemente, perché non verso i propri parenti? Ma gli altri. li lascio da parte; fece graziare un Licinio Denticola, condannato per gioco d'azzardo e suo compagno di gioco, come se esistesse l'illiceità di giocare con un condannato, ma in effetti per poter pagare, grazie alla legge d'amnistia, i debiti di gioco! Quale motivo legale adducesti ai Romani per giustificare l'annullamento della condanna? L'assenza dell'accusato, immagino, al momento dell'incriminazione; la sentenza emessa senza sentire la difesa; il processo condotto non conformemente alla legge sul gioco d'azzardo; la condanna estorta mediante la violenza armata; per finire, la corruzione dei giudici – come si diceva di tuo zio –. Nulla di tutto questo.

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