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JOHN LOCK – Saggio sull’intelletto umano 1690 - Scoperta

Il percorso che la mente umana compie sul cammino della conoscenza porta a scoperte sempre nuove. Ma quali sono le effettive capacità dell’intelletto umano e quali gli oggetti che la nostra intelligenza può cogliere e comprendere? Il pensiero di John Lock, padre dell’empirismo moderno, ci accompagna in questa riflessione.

Le ricerche nelle quali s’impegna l’intelligenza per trovare la verità sono una specie di caccia, nella quale lo stesso inseguimento della preda costituisce gran parte del piacere. Ogni passo che la mente muove sulla strada della conoscenza è una scoperta, non solamente nuova, ma anche la più perfetta, almeno per il presente.

Poiché l’intelligenza, come l’occhio, non giudicando gli oggetti se non per ciò che ne vede, non può non trovar piacere nelle scoperte che fa, sentendosi meno turbata per ciò che le è sfuggito, perché ignora che cosa sia. Perciò, chiunque abbia formato il proposito di non vivere d’elemosina, e, non volendo riposare negligentemente su brandelli di opinioni tolte in prestito, metta all’opera i propri pensieri per trovare e seguire la verità, troverà la stessa soddisfazione del cacciatore (quali che siano gli oggetti che è destinato a incontrare). Ogni istante impiegato in questa ricerca lo compenserà della sua fatica con qualche piacere; ed egli avrà motivo di giudicare che il suo tempo è stato bene impiegato, anche quando non possa vantare troppo grandi acquisizioni.

[…]

Se fosse il caso qui di annoiarti con la storia di questo Saggio, potrei dirti che cinque o sei amici miei, essendosi riuniti in casa mia, ed essendo venuti a discorrere intorno ad un argomento ben diverso da quello che io tratto in quest’opera, ben presto si trovarono ad un punto morto per le difficoltà che sorsero da ogni parte. Dopo esserci affaticati per qualche tempo, senza aver fatto un passo avanti nella soluzione dei dubbi che ci imbarazzavano, mi venne fatto di pensare che eravamo su una strada sbagliata; e che, prima di impegnarci in ricerche di quel genere, era necessario esaminare le nostre stesse capacità, e vedere quali oggetti siano alla portata della nostra intelligenza, e quali invece siano superiori alla nostra comprensione. Sottoposi questo pensiero alla compagnia, e tutti senz’altro mi approvarono. Dopo di che fu convenuto che questo sarebbe stato l’argomento della nostra prima indagine.

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