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JEAN-PAUL SARTRE - L'essere e il nulla - Relazione

In questo breve passaggio il grande filosofo francese riflette sulle condizioni di possibilità che portano l’esistente a riflettere sulla propria essenza, che è relazione con un altro essere.

Ora il modo del “verbo” percipi, è il passivo. Se dunque l'essere del fenomeno risiedesse nel suo percipi, questo essere sarebbe passività. Relatività e passività, tali sarebbero le strutture caratteristiche dell’esse, in quando questo si riducesse al percipi. Cos’è la passività? Io sono passivo quando ricevo una modificazione di cui non sono l'origine non ne sono cioè né il fondamento né il creatore. Il mio essere viene così a sopportare una maniera d'essere, di cui non è la fonte. Ma, per sopportare, occorre pure che io esista, e così la mia esistenza si pone sempre al di là della passività. “Sopportare passivamente”, per esempio, è una condotta che io seguo, e che impegna la mia libertà quanto il “respingere risolutamente”. Se devo essere per sempre “colui-che-è-stato-offeso”, bisogna che perseveri nel mio essere, cioè che mi attribuisca l'esistenza. Ma, in tal modo, io prendo a mio carico, per così dire, e mi assumo l'offesa, cesso di essere passivo nei suoi confronti. Donde l'alternativa: o io non sono passivo nel mio essere, ed allora divento il fondamento delle mie affezioni, anche se all'inizio non ne sono stato l’origine, - oppure sono affetto di passività, fin dalla radice della mia esistenza, il mio essere è un essere ricevuto, ed allora tutto cade nel nulla. Così la passività è un fenomeno doppiamente relativo: relativo all'attività di colui che agisce, ed all'esistenza di colui che patisce. Il che implica che la passività non può riguardare anche l'essere dell'esistente passivo: essa è relazione di un essere con un altro essere e non di un essere col nulla. È impossibile che il percipere dia al perceptum l'essere, perché questo, per riceverlo, dovrebbe essere in qualche modo già dato, cioè esistere, in qualche modo, già prima di aver ricevuto l'essere. Si può concepire una creazione, a condizione che l'essere creato si riconquisti, si svincoli dal creatore, per raccogliersi in sé stesso ed assumere il proprio essere […]

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