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HERMANN HESSE - La cura - Comunicazione

La ricerca di un equilibro tra anima e corpo, tra spiritualità e materia è un percorso complesso, profondo e talvolta conflittuale. Hermann Hesse, riflettendo su tale ricerca interiore, evidenzia quanto anche i piccoli fatti quotidiani, gli oggetti che appartengono a un luogo fisico e la comunicazione con l’altro siano fondamentali.

Prendere una camera è, per le persone normali, una bazzecola, un atto qualunque e per nulla emotivo, che si sbriga in due minuti. Per noialtri, invece, per noi nevrotici, insonni e psicopatici, quest’atto banalissimo, fantasticamente complicato da ricordi, ansie e fobie, diventa un martirio. Il gentile albergatore, la simpatica signorina che, su nostra trepida e insistente richiesta, ci mostrano e ci raccomandano la loro «camera tranquilla», non immaginano nemmeno la tempesta di associazioni, di timori, di ironie e autoironie che quella fatale parola scatena in noi. Come le conosciamo bene, profondamente e orrendamente bene, quelle camere tranquille, quei teatri delle nostre più atroci sofferenze, delle nostre più dolorose sconfitte, delle nostre vergogne più segrete! Con che falsità insidiosa e demoniaca ci guardano quei mobili così simpatici, quei così benintenzionati tappeti, quelle gaie tappezzerie! Oh, il fatale, micidiale sogghigno di quelle sprangate porte di comunicazione con la camera accanto, che disgraziatamente si trovano nella maggior parte di queste stanze d’albergo e che spesso sono ben consapevoli dei loro torti e perciò si nascondono, vergognose, dietro una cortina! Che sguardo afflitto e rassegnato lanciamo al soffitto intonacato di bianco, che, quando visitiamo la stanza, ci beffa sempre col suo irreprensibile silenzio, per rintronare, poi, la sera e la mattina, dei passi di chi abita sopra di noi: ahimè, e non solo dei passi, che sono nemici ben noti e perciò non i più temibili!

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