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GEORG SIMMEL – L’educazione come vita - Autostima

Georg Simmel, riguardo alla relazione educativa che viene costruita tra il docente e gli alunni, fornisce un interessante spunto di riflessione, evidenziando l’esistenza di un’antinomia tra la preferenza dello studente dotato di maggiore autostima e l’uniformità nel trattare gli scolari che dovrebbe essere garantita nella scuola.

Per quanto il docente debba attenersi a questo fondamento della classificazione, non tuttavia comunque possibile limitarsi a esso. Sarebbe del tutto innaturale e assolutamente dubbio in senso ideale se le differenze di intelligenza, forza, produttività, vivacità dello spirito e del sentimento non fossero riconosciute come differenze di valore degli scolari e non dovessero avere le loro conseguenze. Per di più, è difficile tracciare il confine tra quanto viene dato realmente dalla natura e quanto si raggiunge faticosamente con la volontà. E proprio la diligenza e la pigrizia sono spesso chiaramente condizionate fisiologicamente. Tuttavia, nonostante tutte le possibili attenuazioni e reazioni, l’antinomia continua a sussistere fra la preferenza dello scolaro dotato che accresce molto la sua autostima e l’uniformità nel trattare gli scolari, che è richiesta sia per ragioni dell’istituzione scolastica, sia per i singoli scolari. Del resto la stessa antinomia che sussiste in teologia tra la corretta classificazione delle anime e la loro uguaglianza davanti a Dio. Naturalmente in relazione a tale differenziazione nasce una nuova socializzazione: anche per il maestro i suoi allievi migliori della classe formano una élite compatta, costituiscono un’unitàpiù di quelli assolutamente cattivi tra di loro. Questa nuova fusione su base aristocratica ha grandi vantaggi e non crea una separazione così radicale di fronte alla generalità come la costituiscono uno o due scolari emergenti. D’altro canto, gli svantaggi sono a portata di mano. Questi ultimi vengono a cadere quando “l’ultima classe del liceo è la nobiltà della scuola e deve avere un sentimento aristocratico, quindi un sensibile sentimento dell’onore”.

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