Attendere prego...
FRANZ KAFKA - Il processo - Paura

Il giudizio dell’altro può far male, il giudizio di un soggetto a cui attribuiamo potere o fiducia può addirittura far paura.

“Quanto ha detto il giudice non ha per te nessuna importanza», disse l'avvocato. «Non spaventarti a ogni parola. Se la cosa si ripeterà, non ti dirò più niente. Uno non può iniziare una frase senza che tu lo guardi come se stesse per arrivare la tua sentenza definitiva. Vergognati, qui, davanti a un cliente! E poi scuoti la fiducia che lui ripone in me. Ma che cosa vuoi? Sei ancora vivo, sei ancora sotto la mia tutela. Che paura insensata! Hai letto da qualche parte che in alcuni casi la sentenza finale arriva all'improvviso, da una bocca qualsiasi, in qualsiasi momento. E questo, con molte riserve, è vero, ma altrettanto vero è che la tua paura mi ripugna e che ci vedo una mancanza della necessaria fiducia. Che cos'ho detto, poi? Ho riportato le parole di un giudice. Sai, le diverse opinioni si ammassano intorno al processo fino a diventare impenetrabili. Questo giudice, per esempio, colloca l'inizio del processo in un momento diverso dal mio. Divergenza di opinioni, nient'altro. In una certa fase del processo, è vecchia usanza dare un segnale con il campanello. Secondo questo giudice solo allora inizia il processo. Non posso dirti adesso quanto parla contro questa opinione, non capiresti nemmeno, ti basti sapere che parla contro molto». Confuso, Block passava le dita nel pelo dello scendiletto, la paura provocata dalle parole del giudice gli faceva a tratti dimenticare la sua sudditanza nei riguardi dell'avvocato, allora pensava solo a sé stesso e rigirava da ogni parte le parole del giudice”.

Per inserire commenti devi autenticarti.
Nessun commento.