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FËDOR MICHAJLOVIČ DOSTOEVSKIJ – Il giocatore

Esistono diverse tipologie di giocatori e ognuna di esse ha un suo codice di comportamento per cui è facile distinguerli. Ma quale è il senso del gioco? In questo breve brano scritto da un grande giocatore si trova una riflessione profonda sulla natura umana e sui suoi limiti.

Particolarmente ripugnante, fin dalla prima occhiata, in tutta quell'accozzaglia di biscaioli, era quell'atteggiamento di rispetto verso la loro occupazione, quella serietà e perfino quella deferenza con cui tutti si accalcavano ai tavoli. Ecco perché qui si fa una netta distinzione tra il gioco detto di mauvais genre, e il gioco lecito a una persona perbene. Vi sono due giochi, uno proprio dei gentiluomini e un altro riservato ai plebei, un gioco interessato, praticabile da canaglie di ogni risma. Qui vengono severamente distinti e, in fondo, com'è ignobile tale distinzione! Il gentiluomo, per esempio, può puntare cinque o dieci luigi d'oro, raramente di più, d'altronde può puntare anche mille franchi, se è molto ricco, ma, in realtà, per il gioco in se stesso, per puro e semplice divertimento, in buona sostanza per osservare il processo della vincita e della perdita; ma non deve mai provare interesse per la vincita in quanto tale. Dopo aver vinto, può, per esempio, ridere forte, fare a qualcuno di quelli che lo attorniano una sua osservazione, può perfino fare un'altra puntata, e ancora una volta raddoppiare la posta, ma solo e unicamente per curiosità, per studiare le probabilità, per far calcoli, mai però mosso dal desiderio plebeo di vincere.

 

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