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FËDOR M. DOSTOEVSKIJ - I Fratelli Karamazov - Orientamento

Il genere umano è affascinato dalla libertà di coscienza e dall’idea di poter scegliere liberamente, senza imposizioni esterne. Dostoevskij riflette su tale questione ne La leggenda del Grande Inquisitore, un breve racconto contenuto nel romanzo I Fratelli Karamazov in cui si assiste al confronto tra Alëša, rappresentante della spiritualità e saggio conoscitore dell’animo umano, e Ivan, pensatore intelligente e profondamente intransigente. Quest’ultimo sostiene che l’autonomia delle scelte implica l’assunzione di responsabilità, risultando talmente gravosa che gli esseri umani preferiscono affidarsi a un’autorità superiore e rinunciare alla propria libertà.

Giacché il segreto dell’esistenza umana non è vivere per vivere, ma avere qualcosa per cui vivere. Se l’uomo non ha ben fermo dinnanzi a sé il fine per cui vive, egli non accetterà di continuare a vivere e distruggerà se stesso piuttosto che rimanere sulla terra, anche se avesse pani in abbondanza intorno a sé. Questo è vero. Ma che cosa è accaduto? Invece di assumere il dominio della libertà degli uomini, tu ha reso quella libertà ancora più grande! Oppure hai dimenticato che all’uomo la pace, e persino la morte, sono più care della libertà di scelta nella conoscenza del bene e del male? Nulla è più seducente per l’uomo della libertà di coscienza, ma, nel contempo, non c’è nulla che per lui sia più tormentoso.

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