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EUGENIO MONTALE - Auto da fé - Variazioni - Maschera

In questo brano il poeta ci pone degli interrogativi: chi sono io? Quanto di me stesso è nascosto dietro una maschera?

 

[…]

Ma l’inganno dura poco: accolto dapprima come un illustre concittadino, festeggiato e invitato da tutti, quest’uomo che ha vergogna di sé e si sente in colpa, non tarda ad essere considerato come un revenant d’altro genere: come un intruso che getta in faccia a gente mediocre e servile la sua acquistata libertà, il suo vittorioso anticonformismo. In pochi giorni Alessandro scopre anche cose che avrebbe dovuto ignorare o tenere per sé (non per nulla sulla città è passato il fascismo, la guerra e la lotta partigiana). E le sue scoperte hanno una conseguenza: Alessandro è ferito in un accidente di caccia, ma non tarda ad accorgersi che si è tentato addirittura di ammazzarlo. Non ci sarà un seguito giudiziario. Il pittore tornerà in America con la sua paziente Elisabetta, si rimetterà per sempre la maschera che aveva tentato di togliersi. E la piccola città, terremotata dall’ospite non desiderato, potrà dormire i suoi sonni tranquilli. Una coltre di mediocrità si stende su tutto e su tutti.

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