La parola “amicizia” è centrale nella filosofia di Empedocle perché per il filosofo di Agrigento quando essa prevale sulla “discordia” o “odio” reca armonia nell’universo e concordia tra gli uomini, come si evince dai frammenti seguenti.
“Ma ascolta le mie parole: la conoscenza infatti accrescerà la mente:
come infatti già prima ho detto preannunciando i limiti delle mie parole,
duplice cosa dirò: talvolta l’uno si accrebbe ad un unico essere
da molte cose, talvolta poi di nuovo ritornarono molte da un
unico essere,
fuoco e acqua e terra e l’infinita altezza dell’aria,
e la Contesa funesta da essi disgiunta, egualmente tutt’intorno
librata, e l’Amicizia fra essi, eguale in lunghezza e larghezza:
lei scorgi con la mente e non stare con occhio stupito;
lei, che dagli uomini si crede sia insita nelle membra
e per lei pensano cose amiche e compiono opere di pace,
chiamandola con vario nome Gioia o Afrodite;
ma nessun uomo mortale la conobbe aggirantesi fra essi
[elementi]:
ma tu ascolta l’ordine che non inganna del mio discorso. […]
Questo è ben visibile nella massa delle membra mortali;
una volta stringendosi nell’Amicizia nell’uno tutte
le membra, che formano il corpo, al sommo della vita fiorente;
altre volte invece separate dalle infauste contese
vagano ciascuna separatamente alle sponde della vita.
E così egualmente per gli arbusti e per i pesci che abitano le onde
Per le belve che abitano i monti e per gli smerghi che volano”.
- EMPEDOCLE - Poema fisico, DK 31 B 17, 13-25; DK 31 B 20, 1-7 Scarica
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