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ARTHUR SCHOPENHAUER - L’arte di ottenere rispetto - Rispetto

Il rispetto non basta meritarlo, lo si deve carpire. In questo brano il filosofo riflette sul ruolo delle azioni e sulle loro conseguenze.

L’onore non consiste nell’opinione degli altri circa il nostro valore, ma solo e unicamente nelle manifestazioni di una tale opinione; è indifferente se l’opinione espressa sia realmente esistente o meno, senza parlare del fatto che essa abbia un fondamento o non l’abbia. Di conseguenza gli altri possono anche, in base alla nostra condotta di vita, nutrire la peggiore opinione su di noi e disprezzarci al massimo: finché nessuno ardisce di esprimerlo ad alta voce il nostro onore non viene neppure scalfito. Inversamente però, se noi costringiamo tutti gli altri con le nostre qualità e le nostre azioni ad avere un’alta stima di noi (poiché ciò non dipende dal loro arbitrio), se solo uno qualsiasi – sia pure il peggiore e il più stupido – si permette poi si esprimere la sua disistima per noi, il nostro onore ne viene ferito, anzi è perduto per sempre, se non viene nuovamente ripristinato. Una riprova superflua che l’onore non si fonda in alcun modo sull’opinione degli altri, ma solo sulla sua manifestazione, consiste nel fatto che le diffamazioni possono essere ritirate, se è necessario anche con le scuse, e in seguito a ciò poi è come se esse non fossero mai state pronunciate. Per ripristinare la stima non è molto importante se anche l’opinione da cui le diffamazioni sono state originate sia cambiata allo stesso modo e perché ciò sia avvenuto: solo la manifestazione è annullata, e poi, per il resto, tutto va bene. Qui non si vuole raggiungere lo scopo di meritare il rispetto, ma di riuscire a carpirlo.

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