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ARISTOTELE - Metafisica, XII - Intelletto

Nei brani seguenti Aristotele sviluppa la riflessione sul ruolo che l’intelletto svolge nella vita – dando garanzia di comprensione della verità – e sulla natura di questo che è divina e che proprio grazie a questo fatto determina la vita stessa e al contempo definisce la miglior vita possibile.

[1072a21-26] Cioè c'è qualcosa che s i muove continuamente di movimento incessabile, e questo è il movimento circolare, come è chiaro non solo in base al ragionamento, ma anche di fatto. Perciò dovrebbe essere eterno il primo cielo. C'è però anche qualcosa che muove. Poiché ciò che è mosso e muove contemporaneamente sta nel mezzo, c’è qualcosa che senza essere mosso muove, che è eterno, sostanza e attività. A questo modo muove ciò che è oggetto di appetizione e di intellezione, cioè muove senza essere mosso.

[1072b3-11] Esso muove come ciò che è amato, mentre le altre cose muovono essendo in moto esse stesse. Ciò che si muove può anche essere diversamente da come è, sicché il movimento locale di prima specie, se anche è in atto, proprio in quanto si muove, può essere in modo diverso da com’è, secondo il luogo, anche se non secondo la sostanza. Ma, poiché c’è qualcosa che muove, essendo esso stesso immobile, e in atto, questo non può essere mai diversamente da come è. Il movimento locale è il primo dei mutamenti, e il primo dei movimenti locali è quello circolare: di questo movimento quel motore è la causa. Il motore esiste dunque di necessità, e, in quanto esiste necessariamente, è bello e, in questo senso, è principio.

[b13-19] Infatti il necessario si dice in questi sensi: per forza, nel senso che è contrario all’impulso naturale, ciò senza di cui una cosa non può essere bene, ciò che non può essere diversamente da come è, ma è in senso assoluto. Da un principio di questo genere dunque dipende l'universo e la natura. È un modo d’essere quale il migliore che a noi è dato di godere per brevi momenti, e gli appartiene sempre (il che sarebbe impossibile per noi), poiché la sua attività è anche piacere; e del resto per la stessa ragione sono piaceri fortissimi la veglia, la sensazione, il pensiero, mentre le speranze e i ricordi sono piaceri per via di queste attività. I l pensiero di per sé è pensiero di ciò che di per sé è meglio, e il pensiero nel senso più pieno è pensiero di ciò che è meglio nel senso più pieno.

[b26-30] Ma essa è in questo stato migliore. E la divinità ha anche vita, perché l’atto dell’intelletto è vita, e la divinità è l'atto dell'intelletto. L'attività che di per sé appartiene a quel principio è la vita migliore e eterna. Diciamo che la divinità è essere vivente eterno e ottimo, sicché alla divinità appartengono vita e tempo continuo e infinito: questo è la divinità.

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