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AGOSTINO - Confessioni - Orientamento

Nel 398 Agostino racconta, rivolgendosi a Dio nelle “Confessioni”, la storia della propria conversione al Cristianesimo: un percorso tormentato dai dubbi e dalle domande durato più di tre anni. Agostino, non più soddisfatto dalle risposte derivanti dal Manicheismo che egli abbracciò per circa dieci anni, si interroga su come scegliere il proprio orientamento religioso. Il filosofo riflette inoltre su quanto sia più importante dubitare e mettere in discussione, piuttosto che adottare una prospettiva rigida e poco esplicativa da cui guardare la realtà.

Se solo fossi riuscito a concepire una sostanza dello spirito, subito tutte le loro macchine mentali sarebbero state abbattute e spazzate via dalla mia mente. Ma non ci riuscivo. È vero però che riguardo al mondo fisico e a ogni cosa del genere sensibile, propendevo ormai a credere, a forza di riflessioni e di confronti, che le opinioni della maggior parte dei filosofi fossero molto più verosimili. E così dubitando di tutto al modo degli Accademici – o a quello che gli si attribuisce – e oscillando a ogni proposito, decisi che bisognava comunque abbandonare i manichei. Mi pareva di non potere, in quella mia stagione di dubbi, restare in seno a quella setta, se ormai le preferivo alcuni filosofi. Filosofi ai quali d’altra parte ricusavo di affidare completamente la cura dell’anima nello stato di depressione in cui versava: perché facevano a meno del nome salutare di Cristo. Risolsi perciò di essere catecumeno della Chiesa cattolica, raccomandatami dai genitori, fino a quando non fossi illuminato da qualche certezza in base a cui orientare i miei passi.

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