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SØREN KIERKEGAARD - Atti dell’amore - Amore II

In questo testo Kierkegaard riflette sull’assenza dell’amore, che è assenza dell’altro. Questa mancanza dell’alterità - assieme alla ricerca di questa per colmare la solitudine – è parte determinante dell’esperienza amorosa. Il continuo allontanarsi dall’altro per sentirne poi la mancanza e ritornare a cercarlo è azione costante, dinamica e viva, che definisce la nostra necessità di amare il prossimo, in molte e diverse forme.

1 Gv. 4,20: Se qualcuno dice: io amo Dio, e odia il suo fratello, egli è un bugiardo: perché colui che non ama il prossimo che vede, come può amare Dio che non vede?

Quanto profondamente il bisogno di amare non è instillato nella natura umana! La prima osservazione, per dir cosi, ch’è stata fatta sull’uomo — e che è stata fatta dall’Unico che in verità la poteva fare, da Dio, e per il primo uomo — esprime proprio questo. Noi leggiamo nella Sacra Scrittura: “Non è bene che l’uomo sia solo”, Cosi la donna fu presa dal fianco dell’uomo e data a lui per compagna [Gen. 2,18] — poiché l’amore e la vita comune tolgono anzitutto qualcosa all’uomo prima di dare. In tutti i tempi perciò chiunque ha pensato più profondamente sulla natura umana, riconosce nell’uomo questa tendenza per la società. Quanto spesso non si è detto e ripetuto a iosa: “Guai all’uomo solo” o separato dal dolore e dalla miseria della solitudine. [178] Quanto spesso, stanchi della vita in comune, corrotta, chiassosa, confusa, non si è pensato ad un luogo solitario — per sentire poi la nostalgia della vita in comune! Infatti cosi si ritorna sempre a quel pensiero di Dio, a quella prima idea dell’uomo. Nella folla affaccendata e rumorosa, che è troppo e troppo poco per darci una società, ci si stanca della società: ma la guarigione non è di scoprire che il pensiero di Dio era sbagliato, oh, no — la guarigione è all’inverso, cioè nell’imparare quella prima cosa, ossia nel comprendere se stessi allorché si sente nostalgia per la società, un’inclinazione cos) profondamente radicata nella natura umana che, dopo la prima creazione dell’uomo, non è avvenuto nessun cambiamento; nessuna scoperta si è fatta, ma è stata soltanto confermata nei più diversi modi nei diversi popoli con diverse espressioni e forme di pensiero.

 

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