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ALEJANDRO JODOROWSKY - La vita è un racconto - Ordinaria follia - Futuro

Chi ha l’ardore di prevedere il futuro e di mettere in guardia i propri contemporanei riguardo alle sventure che verranno, rischia di non essere ascoltato e compreso, rischia addirittura di essere insultato, deriso e ostracizzato. Alejandro Jodorowsky, con un racconto fantastico, ci porta a riflettere sull’importanza di cogliere le sfide del futuro in modo critico, costruttivo e condiviso, per non farsi trascinare da una follia collettiva.

 Un uomo saggio, esperto di Astrologia, vide nel futuro e si allarmò scoprendo che un gruppo di malati mentali stava per impadronirsi della Televisione: avevano intenzione di mandare in onda programmi e pubblicità talmente ignobili da intaccare lo spirito dei telespettatori, per contagiarli con la loro follia. Cominciò a chiamare tutti gli amici per avvertirli: “Se non volete beccarvi una grave malattia mentale, smettete di guardare la televisione!”. Ma nessuno gli credette. Nessuno riusciva a privarsi di quelle pericolose macchine. Il saggio scese in strada e tentò di convincere i suoi concittadini: ne ricavò soltanto burle, insulti e spintoni. Tentò di scrivere le sue denunce sui giornali: per interesse ne impedirono la pubblicazione. Internet, in modo subdolo, ipocrita, cancellò i suoi messaggi. Stanco di tutto ciò, si chiuse in casa in attesa del giorno fatidico. In effetti, un manipolo di pazzi, camuffati da manager efficientissimi e con l’appoggio di commercianti ruffiani, si era impadronito dei canali televisivi per trasmettere spettacoli di cattivo gusto, totalmente imbecilli e inframmezzati da pubblicità che facevano leva sui complessi della gente a tal punto che l’intera popolazione era caduta in uno stato di follia pura. La nostra bella realtà venne sostituita da una sostanzialmente mercantilista, piena di egoismi, competitività, violenze, brutture. Quando il saggio uscì di casa scoprì che la malattia ormai era dilagata ovunque. Centinaia di persone con lo sguardo smarrito, morte dentro, litigavano per consumare alimenti nocivi e comprare cose inutili, guidate da una morale fasulla. Il saggio tentò di parlare con loro, di farli ragionare. Gli diedero del pazzo e gli si scagliarono addosso! Fu scomunicato con la giustificazione che fosse affetto da una malattia contagiosa. Mezzo morto di fame, dato che non gli vendevano niente da mangiare, in preda alla disperazione, accese il televisore. Dopo qualche ora passata a vedere idiozie, impazzì pure lui. Pieno di complessi, amarezza e aggressività, scese in strada. E tutti si congratularono con lui per la guarigione, ora sì che era ritornato in sé, e lo accettarono nel gregge dei consumatori voraci.

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