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CARAVAGGIO - Amor Omnia Vincit - Amore

Nella sua Vita del Caravaggio, scritta nel 1672, Giovan Pietro Bellori ci informa che Michelangelo Merisi, attorno ai primi del 1600, dipinse: «appresso alle mezze figure, un Amore vincitore, che con la destra solleva lo strale, ed a' suoi piedi giacciono in terra armi, libri ed altri stromenti per trofeo». Inoltre, sempre dalle biografie del Merisi sappiamo che quest’opera era stata "colorita" da lui per Vincenzo Giustiniani, mecenate e protettore del Caravaggio durante il suo periodo romano, e che il marchese, forse imbarazzato dalla incredibile sensualità del dipinto, lo teneva nascosto a palazzo, dietro ad un pesante panno di velluto. Ciò che il Bellori non dice è che, alla base del tema dell’Amore Vincitore, vi è senza dubbio quel famoso verso delle Bucoliche di Virgilio che recita: Omnia vincit amor et nos cedamus amori. Ed è proprio questa travolgente potenza – vera e propria dynamis erotica di fronte a cui l’uomo abbandona ogni residuo di volontà  –  che  prorompe  dalla  rappresentazione  di  Eros  fornita  dal  pittore  lombardo.  Nel  quadro  il personaggio di Amore è infatti ritratto in posa provocante, con lo strale in mano; gote arrossate e sguardo lascivo rivolto all’osservatore, che riga il silenzio della stanza in ombra. Ai suoi piedi, sparsi in disordine a guisa di natura morta, degli strumenti musicali, uno spartito e delle armi testimoniano quanto vano sia per le umane sorti opporsi alla forza metafisica dell’Amore che tutto travolge e domina. Nella sua essenza più intima,  l’amore  è  dunque  potenza  cosmica,  che  agisce  metafisicamente  nel  mondo  dell’ordinario, sovvertendo i propositi contingenti e soggettivi dell’Umanità.

 

Amor Vincit Omnia
Michelangelo Merisi da Caravaggio - Amor Vincit Omnia è un dipinto a olio su tela 1602/1603

 

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