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SØREN KIERKEGAARD - “Su me stesso”, in Diario

In questo breve brano, il filosofo danese dialoga con sé stesso sulla relazione tra vita meditativa e vita attiva, affrontando la questione del movimento da una prospettiva intimista.

Benché alieno dall’aver confidenti, benché assolutamente contrario ad aprirmi con altri sui miei segreti personali, io penso che sia dovere di un uomo di non saltare quell’istanza che è il consultarsi con un altro uomo: purché questa non sia la confidenza d’un uomo leggero, ma una comunicazione seria e ufficiale. Perciò ho chiesto al mio medico se credeva che quella sproporzione della mia struttura fra il corpo e la psiche si potesse togliere così da poter realizzare quello che è il dovere etico «generale»  degli uomini: lo mise in dubbio. Gli chiesi se credeva che lo spirito fosse in condizioni di poter conformare o riformare, con la volontà, tale sproporzione fondamentale: lo mise ancora in dubbio; non volle nemmeno consigliarmi di mettere in movimento tutta la mia forza di volontà a lui ben nota, perché in questo modo avrei potuto mandare tutto in pezzi.

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