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SENECA - Lettere morali a Lucilio

Non tutti gli oggetti e le cose di questo mondo sono utili, né tantomeno necessari. In questa riflessione Seneca pone l’accento sul “peso” che ha il proprio bagaglio culturale, specialmente in relazione con gli altri.

36. “Però la conoscenza di molte arti è un vero piacere” dirà qualcuno. Bene, dobbiamo ritenere di esse solo quel tanto che è indispensabile. O forse pensi si debba biasimare chi mette sullo stesso piano oggetti superflui e oggetti utili e ostenta nella propria casa la magnificenza di pezzi di gran pregio, mentre assolvi uno che è preso da un inutile bagaglio culturale? Voler sapere di più del sufficiente è una sorta di intemperanza.

37. Come mai? Perché questo correre dietro alle arti liberali rende importuni, verbosi, indiscreti, compiaciuti di se stessi e non disposti a imparare l’essenziale in quanto si è appreso il superfluo. Il grammatico Didimo scrisse quattromila libri: avrei pietà di lui, se avesse letto altrettanti libri superflui. Nei suoi volumi si disserta sulla patria di Omero, della vera madre di Enea, se Anacreonte fosse più incline ai piaceri dei sensi che al vino, se Saffo fosse una prostituta, e si esaminano altre questioni che sarebbe meglio tu le disimparassi, se mai le avessi apprese. E ora mi vieni a dire che la vita è breve!

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