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PLATONE - Simposio - Uomo

In questo complesso dialogo Platone sviluppa il tema dell’amore, declinandolo attraverso la voce dei vari partecipanti al banchetto. Nel brano seguente, Socrate tarda ad arrivare perché assorto nei suoi pensieri prima della discussione.

            Una volta giunto alla casa [174 E] di Agatone, trovò la porta aperta e lì – disse – gli accadde un fatto curioso: gli venne subito incontro uno schiavo e o condusse dove gli altri erano sdraiati ed erano proprio sul punto di mettersi a cenare.

            Non appena Agatone lo vide, gli disse: “O Aristodemo, arrivi proprio al momento giusto, se è per cenare con noi. Se, invece, sei venuto a fare qualche altra cosa, rimandala ad altro giorno, perché ieri ti ho cercato per invitarti, ma non mi è stato possibile vederti. Ma come mai non ci conduci Socrate?”.

            Io allora – raccontava Aristodemo – mi voltai e non vidi dietro di me Socrate da nessuna parte. Spiegai, pertanto, che ero venuto proprio insieme a Socrate e che da lui ero stato invitato a cena.

            “Hai fatto bene, rispose Agatone; ma Socrate dov’è?”. [175 A]

            “Poco fa veniva dietro di me, e anch’io stupisco e mi domando dove possa essere”.

            “Ragazzo, disse allora Agatone – proseguiva Aristodemo nel suo racconto –, perché non vai a vedere e non ci conduci Socrate? E tu, Aristodemo, soggiunse, sdraiati presso Erissimaco”.

            Aristodemo narrava che a quel punto un servo gli lavò i piedi perché si potesse sdraiare, mentre un altro servo entrò annunciando: “il nostro Socrate si è appartato ed è fermo nel vestibolo della casa dei vicini; malgrado l’abbia chiamato, non è voluto entrare”.

            “Dici una cosa proprio strana – rispose Agatone –; chiamalo di nuovo e non lasciarlo”. [B] 

            E Aristodemo raccontava di aver detto: “Non fate assolutamente niente, ma lasciatelo stare. Infatti, questa è una sua abitudine: talvolta si tira da parte, dove capita, e sta fermo là. Ma verrà presto, io penso. Perciò non disturbatelo e lasciatelo stare”.

            Aristodemo raccontava che Agatone rispondesse: “Se così ti sembra opportuno, così si faccia. Ma voi ragazzi servite a noi da mangiare! Serviteci pure quello che volete, quando nessuno vi sta sorvegliando; cosa che io non ho mai fatto. Dunque, ora fate conto che io sia stato invitato da voi al pranzo e così questi altri, e serviteci in modo da meritare i nostri elogi”.

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