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Marco Bellio - Seminario di cultura digitale ‘’Cultura, letteratura e società: da Gutenberg ad internet’’

Con l’avvento delle nuove tecnologie lo stereotipo dell’oggetto monolitico si afferma ulteriormente: il testo, perde, in parte i binari autoriali e editoriali rappresentati dalle strutture testuali e paratestuali, per divenire un oggetto plastico sul quale il lettore interviene con modalità di lettura inapplicabili ai tradizionali testi a stampa (può indicizzarli, annotarli, copiarli, ricomporli, ecc.). Il lettore cessa di relazionarsi al testo come dato univoco, ma fa propria piuttosto una prospettiva d’analisi intertestuale, facendo della letteratura un prodotto collettivo, della singola opera una costruzione sociale in continuo divenire. Il libro non intorpidisce la mente del lettore, al contrario ne stimola il pensiero; è vero che il testo digitale consente operazioni più “drastiche”, come tagliare, copiare, interpolare il corpus testuale a proprio piacimento, ma, allo stesso modo, gli spazi vergini della carta consentono al lettore di dialogare con esso. Il libro “lo puoi sfogliare, scriverci le tue annotazioni, portarlo a letto, sistemarlo come meglio ti conviene su uno scaffale”. Naturalmente anche il libro presenta i propri limiti, dati dall’usura nel corso del tempo, dalle difficoltà a cui si va incontro prima che l’opera possa essere pubblicata. Non solo, si ha quasi l’impressione che i manoscritti tendano all’infinito, che spesso la mole del materiale sia troppa per potere essere contenuta in un singolo testo, che uno studio oculato su un saggio richieda un supporto diverso, capace di contenere più materiale e di agevolare lo studioso durante il proprio studio, consentendogli possibilità mai avute prima. Ancora una volta le moderne tecnologie hanno ovviato al problema: da queste necessità all’e-book il salto è stato immediato. I due approcci, libro/internet, hanno peculiarità diverse: il primo richiede minori competenze per la consultazione e quindi è più adatto al lettore comune; esso contribuisce sino ad oggi ad arricchire e sviluppare la cultura di quel paese, quella cultura che può rappresentare non solo uno strumento per sopravvivere ma anche la ricchezza che ogni cittadino dovrebbe possedere. Il secondo offre la possibilità di facilitare e ampliare la ricerca. Il libro e internet, operando in modo sinergico, riescono a raggiungere un pubblico più vasto realizzando, di fatto, una maggiore diffusione della letteratura e, più in generale della cultura. Quest’ultimo aspetto, si rafforza considerando anche le altre opere artistiche, quali il cinema, il teatro, la musica, l’arte in generale, che trovano in internet un mezzo di diffusione ancora più efficace dei precedenti media di massa. C’è anche un altro aspetto da considerare: la diffusione dei testi via internet ha reso più liberi i due principali attori. Gli scrittori possono pubblicare un post in un blog, un estratto o l’intero libro in ogni momento, possono interagire innanzitutto con i propri lettori come e quando vogliono. I lettori possono interagire con lo scrittore, possono far sapere in tempo reale cosa pensano dei lavori, hanno una vasta gamma di volumi da scegliere. Il loro ruolo quindi risulta più attivo rispetto al passato. Si è potuto constatare che persino la rete digitale ha i propri limiti e i propri confini e il libro è un’opera in continuo divenire. Il web è una possibilità alternativa al libro, accettiamo le innovazioni delle odierne tecnologie senza accantonare il testo scritto che ha svolto bene e sempre le sue funzioni pratiche e culturali. La disponibilità delle due forme di lettura è la gran fortuna che è toccata alle nostre generazioni. Possiamo ancora godere di alcune edizioni cartacee e, allo stesso tempo, usufruire dei vantaggi offerti dalla tecnologia. “Con la cultura non si mangia” disse poco tempo fa un ex ministro, superando d’un colpo ogni speculazione tra “alta” e “bassa” cultura. Ha dato voce alla miopia di un’intera classe politica che preferisce, non a caso, ostacolare la prima e sostenere la seconda: quella “bassa” è incapace di un qualsiasi controllo sulla gestione del potere, perché non coltiva le “capacità speculative”. In questo contesto, la maggiore libertà di acquisizione dell’informazione e di espressione del proprio pensiero offerte da internet, lasciano sperare in un progresso democratico della società. Tuttavia, stante il grave ritardo delle infrastrutture digitali nel nostro Paese, è da dedurre che tale ritardo non solo non è un caso ma che, almeno finora, ha prevalso una logica politica oscurantista. Investire in cultura non significa trascurare altri settori importanti e depauperare una nazione. Significa capire che lo sviluppo di ogni settore dipende dai libri, dai nuovi media e dall’uso che se ne fa.

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