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FRIEDRICH NIETZSCHE - Così parlò Zarathustra - Uomo

Brano in cui Nietzsche affronta la tematica del superomismo e della mancata presa di coscienza da parte dei suoi coetanei del loro ruolo nel superamento delle cristallizzate categorie già ben conosciute.

         Ebbene! Coraggio! Uomini superiori! Solo ora il monte partorirà il futuro degli uomini. Dio è morto: ora noi vogliamo, — che viva il superuomo.

 

         I più preoccupati si chiedono oggi: “come può sopravvivere l'uomo?”. Zarathustra invece chiede, primo e unico: “come può essere superato l'uomo?”. Il superuomo mi sta a cuore, egli è la mi a prima e unica cosa, — e non l'uomo: non il prossimo, 'non il miserrimo, non il più sofferente, non il migliore. Fratelli miei, ciò che io posso amare nell'uomo è che egli sia un trapasso e un tramonto. E anche in voi è molto che mi fa amare e sperare. Che voi disprezzaste, ecco, uomini superiori, ciò che mi fa sperare. Gli uomini del grande disprezzo sono, infatti, quelli della grande venerazione. Che voi abbiate disperata, in ciò è molto da onorare. Perché voi non imparaste a rassegnarvi, non imparaste le piccole assennatezze. Oggi, infatti, la piccola gente è diventata padrona: costoro predicano, tutti, rassegnazione e modestia e senno e diligenza e riguardo e il lungo eccetera delle piccole virtù.

Ciò che è femmineo, ciò che discende da servi e in particolare tutto l'intruglio plebeo: ciò vuole oggi dominare su tutto il destino dell'uomo — oh, schifo! schifo! schifo!

Ciò chiede e chiede e di chiedere non si stanca: “come conservare l'uomo nel modo migliore, per il tempo più lungo, con il massimo del piacere”. Con ciò, essi sono i padroni di oggi. Questi padroni di oggi, oh fratelli miei, superateli, questa piccola gente: essi sono il pericolo maggiore per il superuomo!

 

         Superate, ve ne prego, uomini superiori, le piccole virtù, le piccole assennatezze, i riguardi minuscoli, il brulichio delle formiche, il benessere miserabile, la "felicità del maggior numero" — ! E piuttosto di rassegnarvi, disperate. E, in verità, io vi amo, uomini superiori, perché oggi non sapete vivere. Cosi, infatti, voi vivete — nel modo migliore!

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