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EMPEDOCLE - Poema fisico, DK 31 B 17, 13-25; DK 31 B 20, 1-7 - Amicizia

La parola “amicizia” è centrale nella filosofia di Empedocle perché per il filosofo di Agrigento quando essa prevale sulla “discordia” o “odio” reca armonia nell’universo e concordia tra gli uomini, come si evince dai frammenti seguenti.

“Ma ascolta le mie parole: la conoscenza infatti accrescerà la mente:

come infatti già prima ho detto preannunciando i limiti delle mie parole,

duplice cosa dirò: talvolta l’uno si accrebbe ad un unico essere

da molte cose, talvolta poi di nuovo ritornarono molte da un

unico essere,

fuoco e acqua e terra e l’infinita altezza dell’aria,

e la Contesa funesta da essi disgiunta, egualmente tutt’intorno

librata, e l’Amicizia fra essi, eguale in lunghezza e larghezza:

lei scorgi con la mente e non stare con occhio stupito;

lei, che dagli uomini si crede sia insita nelle membra

e per lei pensano cose amiche e compiono opere di pace,

chiamandola con vario nome Gioia o Afrodite;

ma nessun uomo mortale la conobbe aggirantesi fra essi

[elementi]:

ma tu ascolta l’ordine che non inganna del mio discorso. […]

Questo è ben visibile nella massa delle membra mortali;

una volta stringendosi nell’Amicizia nell’uno tutte

le membra, che formano il corpo, al sommo della vita fiorente;

altre volte invece separate dalle infauste contese

vagano ciascuna separatamente alle sponde della vita.

E così egualmente per gli arbusti e per i pesci che abitano le onde

Per le belve che abitano i monti e per gli smerghi che volano”.

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