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ARISTOTELE - Politica - Libro quarto - Repubblica

Facendo riferimento alla realtà fattuale e non già a un modello ideale di Repubblica, Aristotele argomenta riguardo alla complessità propria della popolazione di uno Stato, divisa in molte classi che operano per sopperire a bisogni diversi, non ultimi l’amministrazione della giustizia, la garanzia di sicurezza e l’intelligenza politica.

[…]

Anche gli stati non risultano di una parte sola, ma di molte, come spesso è stato detto. Di queste una è la massa [1291 a] impegnata per il cibo, i cosiddetti agricoltori: seconda la classe cosiddetta degli operai meccanici (che sono impegnati nei mestieri e senza loro uno stato non può essere abitato: di questi mestieri alcuni devon esserci di rigore, altri invece contribuiscono al lusso o al viver bene), terza dei commercianti (e dico classe dei commercianti quella che s’occupa di vendite e di compere, di affari all’ingrosso e al minuto), quarta dei teti, quinta la classe dei militari, che è necessario esista non meno delle altre se non vogliono cadere schiavi di chi li assale, perché probabilmente è tra le cose impossibili pretendere di chiamare stato uno stato servo per natura: lo stato infatti è autosufficiente e quel che è schiavo non è autosufficiente. Perciò nella Repubblica tale questione è trattata finemente ma non esaurientemente. Socrate afferma che lo stato risulta di quattro elementi, i più indispensabili, e li specifica, il tessitore, l’agricoltore, il calzolaio, il muratore. E poiché questi non sono autosufficienti, vi aggiunge il fabbro e gli addetti al bestiame necessario, e, in più, il mercante all’ingrosso e il rivenditore: tutti questi costituiscono la popolazione dello stato nel suo primo formarsi, quasi che ogni stato si realizzi in vista del necessario e non piuttosto del bello, bisognoso nella stessa misura di calzolai e di agricoltori. Ma la classe dei militari non gliel’assegna prima che, ingrandito il territorio e venuti a contatto con quello dei vicini, i cittadini scendano in guerra. Tuttavia, anche tra i quattro membri, o qualunque ne sia il numero, è indispensabile che ci sia qualcuno che assegni e giudichi il giusto. Ora se si ritiene l’anima parte dell’animale a maggior ragione del corpo, pure dello stato bisogna ritenere parti, a maggior ragione di quelle che contribuiscono all’utile necessario, le altre della specie suddetta, la classe dei militari e quella che ha competenza nell’amministrare la giustizia, inoltre, quella dei consiglieri, giacché consigliare è opera di intelligenza politica.

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