Attendere prego...
RAFFAELE LA CAPRIA - La vita salvata

Ogni vissuto, quando raccontato, viene sintetizzato e riportato in modo diverso dall’esperienza inizialmente provata. E ciò non è un “tradimento” della realtà, ma solo un livello più complesso di rappresentazione della realtà. Nella letteratura i mondi possibili sono tendenzialmente infiniti.

Sulla strada del ritorno, passo in libreria e mi guardo intorno, mi chiedo se è davvero lì che posso trovare la risposta.

«Non la può mica trovare nei giornali o su internet. Non è quella, la verità che ci interessa. Quella è null’altro che la nuda esposizione dei fatti.»

«E perché dovrebbe essere della letteratura il compito di rivelarla?»

«Perché non la si può cogliere solo riportando la nuda realtà, “raccontando la vita”, un’espressione che per me non vuol dire niente. La vita, la realtà, ha infinite facce, varie e mutevoli, e se anche le si riuscisse a restituire tutte tali e quali, non si sarebbe colta la verità del proprio tempo, perché, a parer mio, essa non risiede solo nei fatti che accadono realmente, ma anche in quelli che non accadono e che potrebbero essere.»

«Aspetti, la verità del proprio tempo è anche nei fatti che non accadono?»

«Il mondo non è mai solo il mondo esistente, ma pure l’infinita possibilità di interpretazione di esso, non è d’accordo? E, dopo ogni interpretazione, è e rimane misterioso come prima.»

«E tocca alla letteratura penetrare quel mistero?»

«Oh no, non si può penetrarlo, ed è bene che sia così. Ogni romanzo, anche il più vicino alla realtà dei fatti, non è mai una riproduzione fedele, ma sempre un modello, un’ipotesi immaginaria di realtà possibile.

Per inserire commenti devi autenticarti.
Nessun commento.