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OSWALD SPENGLER – Il tramonto dell’Occidente - Fine

Sul finire del primo conflitto mondiale, momento in cui viene pubblicata l’opera più celebre di Spengler, diventa sempre più palese la crisi economica, sociale, politica, culturale e valoriale che sta attraversando l’Europa. Ne Il tramonto dell’Occidente vengono analizzate otto civiltà come fossero organismi della stessa specie, con un ciclo vitale ineluttabile che va dalla nascita alla morte. Spengler evidenzia e delinea così i tratti propri della civiltà occidentale in fase di decadenza e in cui persistono modelli culturali già finiti e non più adeguati.

Noi finalmente comprendiamo che il segreto della forma storica non sta alla superficie e non si lascia penetrare in base a somiglianze del costume o della scena; comprendiamo che, come nella storia degli animali e delle piante, cosi anche in quella umana si danno somiglianze ingannatrici fra fenomeni che internamente non hanno nulla di comune (esempi: Carlomagno e Harun el Rascid, Alessandro e Cesare, la guerra dei Germani contro Roma e l’attacco mongolo all’Europa occidentale), mentre altri fenomeni possono esprimere qualcosa di identico malgrado grandi differenze esterne, come nel caso di Traiano e di Ramses II, dei Borboni e del demos attico, di Maometto e di Pitagora. Dobbiamo, dunque, riconoscere che il diciannovesimo e il ventesimo secolo, presunte culminazioni di una storia mondiale linearmente evolutiva, possono ritrovarsi come stadio ben definito alla fine di ogni civiltà giunta alla sua maturità estrema, non riferendoci ai socialisti, agli impressionisti, alle ferrovie elettriche, ai siluri e alle equazioni differenziali che appartengono soltanto al corpo di un’epoca, bensì alla sua spiritualità da civilizzazione che può anche rivestire tutt’altre forme esterne; che l’epoca presente rappresenta dunque uno stadio di transizione, il quale, date certe condizioni, interviene dovunque in modo certo; che pero esistono anche stadi ben determinati ancor più tardi di quelli attuali euro-occidentali e già ripetutamente apparsi nel corso della storia; che, di conseguenza, il futuro dell’Occidente non sarà un illimitato ascendere e andar avanti nella direzione dei nostri ideali del momento, per spazi fantastici di tempo, bensì un episodio della storia rigorosamente circoscritto e incontrovertibilmente determinato quanto a forma e a durata, episodio che abbraccerà pochi secoli e i cui tratti essenziali possono essere predetti e calcolati in base ai precedenti esempi.

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