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NICLA VASSALLO - 2017, La donna non esiste. E l’uomo? Sesso, Genere e identità, CODICE, PP. 25-26. - Identità II

Piu fattori si analizzano, meno chiara sara la distinzio- ne tra i sessi e l’identita di genere si presenta come un continuum. Questo significa che ognuno/a di noi si sente “maschio” o “femmina” per certi versi e molto meno per altri versi. Il “maschio” che si sente orientato verso rapporti sessuali con “femmine” puo essere empatico e avere problemi a leggere le carte geografiche e la “femmina” attratta da uomini puo eccellere nello sport ed essere decisionista. La nostra individualita non si puo intrappolare in categorie. Con questo Gedankenspiel vorrei sottolineare che l’identita di genere, come del resto tutti i tratti complessi della nostra personalita, e composta da molti fattori che possono essere espressi in ognuno/a di noi in misura variabile costituendo cosi la nostra individualita. Costringere l’individualita in categorie binarie, maschio/femmina, potrebbe essere indolore per molte persone, ma molte altre potrebbero sentirsi a disagio con l’etichetta applicata.
L’identita di genere presenta quindi gli stessi problemi normalmente riscontrati nella classificazione di soggetti in due o poche classi sulla base di molti parametri. Anche la classificazione di tumori in classi di rischio di metastasi presenta invariabilmente problemi di misclassificazione (Pfeffer et al., 2009). Nonostante questi problemi, e sensato eseguire una classificazione per dare all’oncologo una base razionale su cui proporre una terapia. Se invece si considera il genere, perche dobbiamo classificare le persone in due classi?

In un passato forse non ancora del tutto passato la distinzione in maschi e femmine serviva essenzialmente per garantire la dominanza dei primi sulle seconde, ma ora a che cosa serve?

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