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MANUEL CASTELLS - 2014, Il potere delle identità, EGEA, PP. 15-17. - Identità II

E facile concordare sul fatto che, da un punto di vista sociologico, tutte le identita sono costruite. Il vero problema e stabilire come, a partire da cosa, da chi e perche. La costruzione delle identita si serve di materiali tratti dalla storia, dalla geografia, dalla biologia, dalle istituzioni produttive e riproduttive, dalla memoria collettiva e dalle fantasie personali, dagli apparati di potere e dalle rivelazioni religiose. Tuttavia, gli individui, i gruppi sociali e le societa elaborano questi materiali e ne riorganizzano il senso secondo determinazioni sociali e progetti culturali che affondano le radici nelle strutture sociali e nei quadri di riferimento spazio-temporali. Secondo l’ipotesi che avanzo, in generale coloro che costruiscono l’identita collettiva insieme alle ragioni che li muovono, determinano ampiamente il contenuto simbolico dell’identita stessa e il senso che essa ha per coloro che vi si identificano o che se ne pongono al di fuori. Poiche la costruzione sociale dell’identita avviene immancabilmente in un contesto caratterizzato da rapporti di potere, vorrei introdurre una distinzione fra tre diverse forme e genealogie della costruzione dell’identita:

– Identita legittimante: viene introdotta dalle istituzioni dominanti nella societa per estendere e razionalizzare il dominio sugli attori sociali; questo tema e al centro della teoria dell’autorita e del dominio formulata da Sennett, ma si adatta anche a varie teorie del naziona- lismo.

– Identita resistenziale: e generata da quegli attori che sono in posizioni/condizioni svalutate e/o stigmatizzate da parte della logica del dominio e che quindi costruiscono trincee per la resistenza e la sopravvivenza sulla base di principi diversi da – o addirittura opposti a – quelli che informano le istituzioni della societa, secondo cio che propone Calhoun quando spiega l’emergere della politica dell’identita.

– Identita progettuale: si ha quando gli attori sociali, quali che siano i materiali culturali a loro disposizione,
costruiscono una nuova identita che ridefinisce la loro posizione nella societa e, cosi facendo, cercano di trasformare la struttura sociale nel suo complesso. Si da questo caso, per esempio, quando il femminismo esce dalle trincee della resistenza dell’identita e dei diritti delle donne per sfidare il patriarcato, ossia la famiglia patriarcale, l’intera struttura della produzione della riproduzione, della sessualita e della personalita su cui le societa si sono storicamente fondate. Naturalmente, le identita nate come resistenza possono comportare progetti e persino assumere, nel corso della storia, una posizione dominante nelle istituzioni della societa, trasformandosi quindi in identita legittimanti per razionalizzare il proprio dominio. Indubbiamente, questa dinamica delle identita mostra che, dal punto di vista della teoria sociale, nessuna identita puo diventare un’essenza, cosi come non esistono identita dotate, di per se, di valore progressivo o regressivo al di fuori del loro contesto storico. Tutta diversa, e molto importante, e la questione dei benefici apportati da ogni identita ai soggetti che le fanno proprie.

A mio modo di vedere, ogni tipo del processo di costruzione dell’identita conduce a un risultato diverso nella societa costituente. L’identita legittimante genera una societa civile, ossia un insieme di organizzazioni e istituzioni, nonche una serie di attori sociali strutturati e organizzati, i quali riproducono – sia pure in modo talvolta conflittuale – l’identita che razionalizza le fonti di dominio strutturale. Questa affermazione suscitera forse sorpresa in alcuni lettori, dato che la societa civile allude in generale a una connotazione positiva del cambiamento sociale in senso democratico. Tuttavia, e proprio questa la concezione originale della societa civile formulata da Gramsci, il padre intellettuale di questo concetto ambiguo. In essa, infatti, la societa civile e formata da una serie di “apparati” quali chiesa/e, sindacati, partiti, cooperative, associazioni civiche e cosi via, che da una parte propagano la dinamica dello stato, mentre dall’altra affondano le radici tra la popolazione.

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