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GIOVANNI M. FLICK - Ergastolo ostativo: contraddizioni e acrobazie - Fine

Una pena che non ha mai fine può essere legittima? Giovanni Maria Flick affronta tale quesito, indagando vari aspetti e piani della questione che tocca dubbi di costituzionalità, di legittimità dell’esecuzione della pena e di rispetto dei diritti umani fondamentali.

L’ergastolo (fine pena mai) e di per sé una pena incostituzionale, perché in contrasto con le finalità di rieducazione e di risocializzazione (non soltanto di emenda interna) nonché di rispetto del senso di umanità, di cui all’art. 27 della Costituzione italiana. La legittimità dell’ergastolo in concreto, nella sua esecuzione, e condizionata dalla presenza e dalla applicabilità a tale pena di una causa di estinzione rappresentata dalla liberazione condizionale ai sensi degli artt. 176 e 177 c.p., in esito alla modifica dell’istituto rispetto alla sua disciplina originaria. Il condannato all’ergastolo può ottenere la liberazione condizionale alle condizioni previste da tali norme, su di un duplice presupposto: il riesame - da parte del giudice - della sua condotta dopo ventisei anni di esecuzione effettiva della pena; l’accertamento che egli abbia tenuto “un comportamento tale da far ritenere sicuro il suo ravvedimento” (...) Si deve tuttavia prendere atto del paradosso che tuttora sussiste tra la proclamazione di una pena illegittima in astratto perché contraria alle prescrizioni dell’articolo 27 Cost. (tendenza alla rieducazione e non contrasto della pena con il senso di umanità, in coerenza con le prescrizioni degli articoli 3 ed 8 della CEDU) e l’esecuzione di essa in concreto. Quest’ultima rende legittimo ed accettabile l’ergastolo solo in quanto vi sia la possibilità (...) di un termine e della eventuale estinzione della pena, in contrasto con l’affermazione del suo carattere perenne (...) In sostanza, una pena illegittima nella comminatoria e nella proclamazione in astratto; legittima nella esecuzione in concreto, se ed in quanto sottoposta ad un termine con l’accertamento del “sicuro ravvedimento”.

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