Attendere prego...
Documenti

Questo spazio contiene i documenti e la normativa di riferimento del progetto PATHS.

Di seguito viene condivisa una breve presentazione del documento Orientamenti per l’apprendimento della Filosofia nella società della conoscenza (di seguito allegato).

Umberto Curi: Insegnare pensieri o insegnare a pensare?

In un breve scritto, risalente al semestre 1765-1766, il giovane professor Immanuel Kant, in quel periodo ancora docente precario presso l’Università di Koenigsberg, proponeva il suo personale punto di vista a proposito dell’insegnamento della filosofia. Secondo l’autore delle “Critiche”, ciò che si deve fare non è “insegnare pensieri”, bensì “insegnare a pensare”.  L’allievo che accede agli studi superiori, in base all’esperienza fin lì compiuta, riterrà di dover “imparare” la filosofia. Ma questo, sostiene Kant, è impossibile, perché invece ciò che egli dovrà fare è “imparare a filosofare”. E’ bene sottolineare che un’impostazione analoga ritroviamo anche in un celebre scritto kantiano di quasi vent’anni successivo, dedicato a illustrare in che modo si possa realizzare il “rischiaramento” delle proprie idee (“Was ist Aufklärung?”). Qui Kant afferma che compito dell’insegnamento deve essere quello di mettere l’allievo nelle condizioni di diventare un Selbstdenker, uno che “pensa con la propria testa”. Si possono condividere o meno, in tutto o in parte, gli argomenti addotti da Kant a sostegno della sua tesi. Ma si tratta comunque di un punto di vista che deve essere preso in attenta considerazione quando si intenda proporre una riforma dell’insegnamento della filosofia nelle scuole e nell’Università.

Adriano Fabris: L’apprendimento della filosofia tra contenuti e competenze

I nuovi Orientamenti accettano la sfida di un apprendimento della filosofia che deve rinnovarsi e che, concepito come apprendimento delle competenze, viene esteso anche ad altri ambiti di studio. Ciò non comporta la rinuncia a una didattica sui contenuti. Ma nella società della conoscenza l’apprendimento di contenuti non basta. Bisogna saperli trovare, vagliare, elaborare. È questo che insegna la didattica delle competenze.

Le competenze, tuttavia, s’imparano. Sono condizioni di accesso ai contenuti, non già, a loro volta, contenuti specifici. Non possono essere apprese con riferimento a procedure standardizzate. Ma questo è proprio ciò che la filosofia ha sperimentato nella sua storia.

La filosofia, infatti, non consiste solo nell’elaborare una serie di nozioni per poi applicarle o contemplarle. La filosofia non è solo teoria, ma – fin dall’antichità – si propone come pratica. È scoperta, messa in opera e verifica di certe conoscenze nella nostra vita.

Ecco perché insegnare la filosofia è insegnare a fare filosofia. Ecco perché il tema dell’acquisizione delle competenze – non già in un senso meramente professionalizzante, ma anzitutto come capacità di orientarsi in un mondo in cui i contenuti molto spesso sono già dati – è consono alla tradizione filosofica. Ciò costringe a un aggiornamento nella didattica che gli Orientamenti delineano e di cui il Sillabo offre un primo esempio concreto.

Beatrice Centi: Fare filosofia, insegnare filosofia

Fare Filosofia è parte del vivere individuale e collettivo e per questo la Filosofia deve poter essere per tutti, ma è necessario anche insegnarla, come si insegna ogni sapere, all’università e nella scuola. Solo sulla base di un insegnamento metodologico e culturale di qualità la Filosofia potrà svolgere la sua funzione civile. L’aspetto più importante del documento è che, attraverso la ripresa di ciò che la Filosofia è sempre stata, pensiero critico e sapere fondamentale, la dimostra come capacità oggi ancora più indispensabile perché ognuno possa svolgere al meglio la propria professione e condurre la propria vita come individuo e come cittadino. Questo rende quanto mai opportuno che la Filosofia sia presente in tutti i percorsi liceali e negli istituti tecnico-professionali. Si tratta di una sfida che riguarda sia il profilo dello studente in uscita sia quello del docente in ingresso, una sfida dal punto di vista della preparazione degli insegnanti e, per quel che riguarda gli insegnanti, una sfida dal punto di vista del promuovere la riflessione in aula, il dialogo, il confronto e lo scambio di opinioni, lo sviluppo di argomentazioni. Gli Ordinamenti offrono molti utili suggerimenti per la didattica e propongono due imprese collettive di grande significato culturale, il Sillabo delle competenze e il Lessico filosofico plurilingue. Al senso di responsabilità degli insegnanti resta affidato il compito di coniugare competenze e conoscenze, affinché gli studenti possano scoprire le intersezione tra le discipline, il rapporto tra la Filosofia e le altre forme di sapere, l’importanza del pensiero critico e dell’analisi delle idee per orientarsi nel mondo.

Roberto Esposito: Filosofia e conoscenza

Proverò a esaminare il documento sugli Orientamenti, individuandone gli aspetti a mio avviso positivi – relativi all’apertura programmatica e all’ampiezza degli interlocutori – e quelli più problematici, che riguardano il lessico e la metodologia adottati. La mia impressione è che sia il lessico sia la metodologia usati privilegino nettamente l’ambito anglosassone, lasciando più ai margini tradizioni di pensiero altrettanto, se non più rilevanti, come quelle tedesca, francese e soprattutto italiana, alla quale pure il documento dichiara di ispirarsi. Il linguaggio non è uno strumento neutrale, in grado di veicolare qualsiasi oggetto, ma un dispositivo che condiziona e selezione i propri contenuti. Dunque le opzioni lessicali non sono ininfluenti sui concetti che esprimono. Se lo sforzo del gruppo che ha elaborato il documento va complessivamente apprezzato, propongo di apportare in esso qualche modifica che tenga conto delle suddette osservazioni.

Cristina Marras: Perché la filosofia serve alla ricerca e all’innovazione? 

Il Dipartimento di Scienze Umane, Sociali e del Patrimonio culturale, del CNR, conta al momento 19 istituti tra cui l’Istituto Lessico Intellettuale Europeo e Storia delle Idee e l’Istituto per la Storia del Pensiero Filosofico e Scientifico Moderno. In questo scenario, la filosofia assume un ruolo privilegiato: pervasiva alle altre discipline attiva e promuove un dialogo continuo con le scienze naturali, sperimentali e applicate, e interpreta pienamente la missione dell’Ente che coniuga ricerca scientifica e innovazione tecnologica.

L’intervento, a partire dal documento Orientamenti per l’apprendimento della filosofia nella società della conoscenza e dalle collaborazioni che gli istituti di filosofia del CNR hanno con il mondo della scuola e della formazione, si concentra sui concetti e i temi che fanno della filosofia, nel rapporto con i contenuti e le metodologie propri anche delle scienze sperimentali e sociali, una disciplina di orientamento per la società e la formazione dei cittadini.

La riflessione filosofica offre, infatti, strumenti critici per gestire i processi innovativi di applicazione e uso delle tecnologie; modelli per leggere e interpretare i cambiamenti politico-sociali che caratterizzano il nostro tempo (migrazioni, tensioni geopolitiche, crisi dei valori sociali tradizionali); argomentazioni rigorose per contrastare una comunicazione basata sulle opinioni e riaffermare il valore dei fatti, della pluralità e della diversità; è complementare e si integra con la ricerca scientifica di frontiera, costituendo un punto di equilibrio nella complessa dialettica tra democrazia e sviluppo. In questo senso occorre riflettere sul curriculum scolastico dello studio della filosofia e della storia della filosofia, al fine di allinearlo sempre più alle dinamiche e ai valori della modernità e della nostra contemporaneità.